Cerignola

Cerignola: fine-vita, 14 aprile alle ore 18,00, sala Consiliare del Comune

Le Associazioni del Patto civico Ethic live affronteranno il tema del fine-vita con autorevoli relatori e in dialogo con il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il Vice-ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.

L’occasione sarà propizia per trattare l’ingiusta situazione socio-sanitaria nel nostro territorio dei malati più fragili e al termine della loro esistenza.  Dopo i saluti istituzionali della Vicesindaca avv. Maria Dibisceglia, i saluti  del Patto  da parte dell’avv. Domenico Rosati dell’ass. AnF Tribunale di Foggia, membro della rete civica, l’introduzione della prof.ssa Italia Buttiglione, presidente del Patto civico etico che esporrà le motivazioni dell’evento e la proposta per la Città, seguirà un dibattito pubblico tra i rappresentanti delle Istituzioni presenti da remoto e il dott. Tommaso Fusaro medico coordin. cure palliative  Hospice “Mons, Aurelio Marena” Bitonto, il prof. Filippo Maria Boscia, presidente naz. dei medici cattolici, con il prof. Ignazio Lagrotta avv. costituzionalista, con il Magistrato dott. Michele Ruggiero e la moderazione del dott. Giancarlo Fiume , caporedattore TG3 Puglia.

L’assunto logico ed umano della proposta  delle Associazioni del Patto etico alle Istituzioni presenti  è quello di avviare una struttura Hospice nella Città di Cerignola. 

Viene avanzata per rispondere alle necessità di chi non intende chiedere la morte ma la vita fino all’ultimo istante, e dalla cittadinanza la richiesta di cure, di esami e di assistenza quando si sta molto male e non c’è alcuna rassegnazione, anche di fronte ad una diagnosi infausta.

La richiesta parte dal dato di fatto che  finchè il malato è ancora vivo ha diritto alle cure dovute al caso  e che il compito del medico in tal caso non è  da tecnico-scientifico ma di dedicarsi anche alle situazioni “ultime” della vita di un paziente, in nome  di quella professionalità  che si trasforma in cure diverse, ossia in i care  per una speranza e poi per l’umano sguardo di chi muore sereno.  Il sistema-hospice consente un trapasso in piena umanizzazione nel rispetto della presa in carico iniziale  della persona, sempre, anche quando il corpo non risponde più alle terapie ma c’è il respiro dell’anima che non si può abbandonare .

Il primato della vita in sanità  va protetto  in ogni situazione e momento e a questo compito risponde bene un luogo dove la spiritualità e l’amore curano anche se non guariscono.

Questi malati  al termine della loro vita non possono essere   curati in Ospedale, pur essendo ancora più bisognosi di cure palliative e di assistenza.  Per i malati terminali e le famiglie colpite da questo dramma, così come per la coscienza collettiva, “brucia” qualsiasi forma indiretta di abbandono o di trascuratezza.

Questa Vita viene avvertita come “superflua”, ormai senza alcun significato e ciò determina una profonda disperazione. E’ un grave segno dal forte sapore disumano.

La società  deve impegnarsi  concretamente  per liberare da ogni laccio di povertà di quel cittadino che vede logorato il suo stesso valore identitario, per cui è importante richiamare la cittadinanza ad una compartecipazione di comunità al tema per dialogare nel tentativo di  dare una speranza a soluzioni dignitose e di equità.

La sofferenza appartiene a tutti, per quell’umano destino che pone tutti sullo stesso piano della sofferenza .

Prendersi cura di questi malati  è un percorso culturale e sociale umanizzante, si avvia con atti  assistenzialistici e scelte politiche più eque e mirate al bene di tutti, compreso questi pazienti spesso soli e abbandonati a se stessi.

La proposta delle Associazioni del  Patto etico risponde alla responsabilità civica di convocare per  farsi carico di tali situazioni cittadine, dei gravi disagi nel diritto alle terapie e del peso morale enorme che si avverte quando si deve assistere con difficoltà d ogni tipo a vuoti e disservizi.

La dedizione alle persone vulnerabili  è “pane quotidiano” per i volontari che sanno bene come l’amore per chi soffre  possa  prevenire ogni atto di disperazione e di volontà di porre termine alla vita con l’assistenza del medico.  

Non è un caso che il Patto etico di Cerignola, formato da associazioni di volontariato, abituati a raccogliere i bisogni  e a dare risposte concrete alle esigenze delle fasce più fragili, si è posto il problema , si propone come risorsa della stessa proposta.

Nel contempo si chiederà alle Istituzioni di poter operare nelle modalità opportune anche per quei malati con diagnosi infausta che per povertà e per solitudini  o per impossibilità non riescono a curarsi allo scandire degli ultimi tocchi, ma quei tocchi comunque li vogliono vivere ascoltandoli in un clima di cure, affetti e presenze di familiari.

Italia Buttiglione

Presidente del Patto Ethic Live e di Scienza & Vita di Cerignola

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