Cerignola

Le macerie di Palazzo Carmelo, un Consiglio Comunale da mille e una notte.

In cui si è passati dal più feroce negazionismo (dei problemi) al più basso tentativo di nascondere la polvere (o le macerie di Palazzo Carmelo) sotto al tappeto. Il tutto condito da offese, parole fuori dai pentagrammi del civile dialogo, una protervia teatrale, un modo di approcciare al confronto da commedianti più che da funzionari pubblici.Il concorso dell’Anagrafe con parenti, amici e triccheballache varie? Tutto regolarissimo!

Il portavoce del Sindaco, pagato da noi, che fa attacchi prossimi al dossieraggio politico dal giornale non si sa di chi e partecipa a un concorso pubblico disvelando dati coperti da massima riservatezza? Agisce in piena correttezza!

Abbiamo una ricchezza abnorme fra le mani, composta da impianti e dal ciclo di rifiuti che potremmo e dovremmo sfruttare? Ma cediamola a un privato! O, meglio ancora, facciamocela “commissariare” dalla Regione! O forse, boh, chissà! Perché preoccuparsene!

Palazzo Carmelo crolla miseramente coi sui 400 anni di storia, fra denunce, esposti, segnalazioni, raccolte firme, sfollati, strade chiuse? Colpa della pioggia del mese di gennaio (in effetti dal 1600 in poi non aveva mai piovuto; Dio, sei anche vicino di casa, che ci combini?).

Nessuna critica ha fondatezza, ma è mera lesa maestà.

Nessun appunto mosso merita risposta, se non al vetriolo.

Nessun dibattito può essere aperto e pacatamente sviluppato senza trascendere nel più becero “chi sei tu, chi sono IO”.

Se non ci fosse da piangere e da preoccuparsi per il fosso dentro il quale stiamo finendo (più profondo dello scavo di Palazzo Carmelo), verrebbe davvero da ridere, immaginandoci in una qualche commedia all’italiana…o in un film di Charlie Chaplin…ma uno a caso proprio, eh!

Se l’assise massima del dibattito pubblico non merita verità, trasparenza e parole pacate, vengono meno i più basilari canoni dell’ordine sociale e di quella che vuole e deve essere una comunità.

NOI, caparbiamente, a tratti follemente, continueremo nel tentativo stoico di un approccio sempre moderato, pacato, puntato sul problema e la sua possibile soluzione, che andrà al di là delle offese, personali e non solo, mosseci.

Staremo seduti, alle scale di San Patrizio (oggi festeggiato), a chiedere con dignità, con forza, con caparbietà, una città all’altezza dei suoi bisogni e del suo tempo.

Senza però mai elemosinarla…ma lottando e ribattendo colpo su colpo, punto su punto.

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