Cerignola

Cerignola: QUEL TRENO L’8 DICEMBRE

GIOVANNI RINALDI PRESENTA A CERIGNOLA C’ERO ANCH’IO SU QUEL TRENO L’8 DICEMBRE
L’EVENTO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON LA CHIESA VALDESE CERIGNOLANA

Tra le pieghe della Storia ci sono mille storie che l’arricchiscono di umanità e compassione, aggiungono
dettagli utili alla comprensione di chi eravamo e siamo, precisano le mappe del protagonismo politico e
civico. Alcune di queste, solo apparentemente, piccole storie le ha raccolte e riportate Giovanni Rinaldi
nel volume “C’ero anch’io su quel treno – La vera storia dei bambini che unirono l’Italia”, edito da
Solferino, che sarà presentato giovedì 8 dicembre, a partire dalle 18.00, presso i locali della Chiesa
Valdese.
L’evento, a cui sono invitati i cittadini e le associazioni della città, è stato organizzato dalla stessa Chiesa
Valdese di Cerignola e dall’associazione Casa Di Vittorio, che lo stesso Giovanni Rinaldi ha contribuito
a fondare e ad animare con attività ed eventi culturali.
L’autore dialogherà con Raffaele Loconte, vice presidente del Consiglio della Chiesa Valdese e attivista
dell’associazione Casa Di Vittorio.
Scheda del libro
«I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c’era carbone. I casi pietosi erano molti,
moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte.

Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.» Così scrisse Teresa Noce,
dirigente dell’Udi, Unione donne italiane, che fu l’anima del grande sforzo collettivo avviato all’indomani della Seconda
guerra mondiale per salvare i piccoli del Sud condannati dalla povertà.

Li accolsero famiglie del Centro-Nord, spesso a loro volta povere ma disposte a ospitarli per qualche mese e dividere quel che c’era. Un’incredibile espressione di solidarietà che richiese un intenso lavoro logistico, con il coinvolgimento di medici e insegnanti.

E che non fu priva di ostacoli, tra cui la diffidenza della Chiesa timorosa dell’indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva: «Se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno».

Giovanni Rinaldi raccoglie queste storie da oltre vent’anni: partendo dalla sua terra, il Tavoliere delle Puglie, ha viaggiato
in ogni regione d’Italia parlando con tanti ex bambini dei «treni della felicità».

Franco che non aveva mai dormito in un letto pulito. Severino che non era mai andato in vacanza al mare. Dante che non sapeva cosa fosse una brioche. Rosanna che non voleva più togliere l’abito verde ricevuto in regalo, il primo con cui si sentiva bella.

Con le loro voci e un’accurata ricostruzione storica disegna un mosaico di testimonianze di prima mano, divertenti e commoventi: il ritratto di un’Italia popolare eppure profondamente nobile.

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